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CITTÀ
MEDIEVALE
La ripresa della vita urbana in Europa intorno
al X secolo ebbe caratteristiche diverse in Italia e nei paesi d'oltralpe.
Nell'area franca i re merovingi conservarono la tradizione cittadina propria
della civiltà romana fissando nelle antiche città del regno
le loro residenze. Nell'età carolingia invece le città subirono
un declino, salvo i centri di diocesi, che sopravvissero nella loro funzione
fondamentale di coordinamento politico e territoriale, e i nuovi insediamenti
formatisi attorno a un borgo-castello, residenza del signore. La vera
e propria città medievale, nell'ambito franco-fiammingo-germanico,
nacque dalla lenta fusione tra il nucleo più antico e la colonia
mercantile più recente, sorta nelle vicinanze e rimasta a lungo
autonoma. In Italia le città più vivaci e attive in età
comunale risalivano in maggioranza, senza soluzione di continuità,
all'età romana e preromana; ma non mancarono gli abbandoni (per
eventi bellici o sfavorevoli eventi climatici) e le nuove fondazioni,
con il risultato di un certo ridimensionamento nella distribuzione dei
centri urbani, specie nel meridione. A partire dall'XI secolo tutte le
città europee ebbero notevoli incrementi demografici, testimoniati
anche dagli ampliamenti territoriali. Le mura vennero più volte
ricostruite per inglobare i sobborghi, come nel caso, fra gli altri, di
Firenze, Parma e, soprattutto, Milano. L'incremento della popolazione
indusse inoltre una forte promozione dell'attività edilizia sia
civile che religiosa. Sul piano della composizione sociale e delle relative
forme di governo, mentre le città d'oltralpe erano prevalentemente
mercantili e artigiane, rette da organismi collegiali, quelle italiane
includevano numerosi proprietari di terre urbane ed extraurbane, spesso
appartenenti alla media nobiltà. Questa società cittadina
abbandonò presto il sistema consolare, assumendo di norma prima
il sistema podestarile e poi il governo di popolo. Quanto ai rapporti
con la campagna, al di là delle Alpi solo eccezionalmente il centro
urbano dominò un territorio di una qualche ampiezza, mentre in
Italia alcune città, che già nel XII secolo avevano subordinato
ai propri interessi politici ed economici il contado, nei secoli successivi
condussero vere e proprie guerre di conquista che nel XV secolo portarono,
attraverso l'assoggettamento dei centri minori, a un ristretto numero
di centri dominanti.
M. Battistoni
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